la signorina Richmond

foto Carla Cerati - 1982

STAMPA

LA DONNA E’ IMMOBILE TRA OGGETTI E LUCE

 

Valeria Magli prende i lavori di Nanni Balestrini e li trasferisce sulla scena con adeguato rigore, non cercando impersonificazioni e verosomiglianze, ma rispettando il gusto del collage, la musicalità bizzosa, l’ironia di fondo con cui lavora Balestrini. E questo vuol dire accettare anche il gusto della ripetizione, della monotonia variata, con effetti di accumulo e di sarcasmo che ne sortiscono.

Di suo Valeria Magli aggiunge una tecnica del corpo di grande precisione, che forse non si stacca completamente dall’estetica della grazia e dell’equilibrio che definisce il balletto accademico, ma la violenta in improvvise immobilità, tensioni atleticamente sopportate, giochi di luce e di buio, intrusioni di oggetti scenici incongrui e surreali. Certamente non manca l’intento satirico, lo spirito mordace, ma altrettanto certamente l’intento non è quello di divertire, di intrattenere gente libera di interloquire, magari di bere birra e fumare sigari come prescrive Brecht per il teatro epico, ispirandosi al cabaret.

Il lavoro della Magli va visto con altro spirito: piuttosto con pazienza un po’ ipnotica con cui ci si avvicina al teatro visivo e alla danza postmoderna.

 

Ugo Volli - LA REPUBBLICA 1981